Ci auguriamo che alla prossima seduta consiliare, il Consiglio Comunale abbia i numeri per rettificare il verbale della seduta del 9 settembre o comunque per risolvere il pasticcio creato che potrebbe dare origine a conseguenze nefaste per il nostro paese.
Tralasciando la validità o meno del voto sul Regolamento IUC, del quale speriamo si faccia chiarezza al più presto, entriamo nel merito di ciò che risulta a tutti gli effetti approvato sul portale del MEF, ovvero Regolamento IUC e aliquote TASI.
In merito alle aliquote TASI, il Consiglio ha deliberato:
Di approvare per l’anno 2014 le seguenti aliquote del tributo per i servizi indivisibili (TASI):
-1,5 per mille per le abitazioni principali escluse dal pagamento dell’IMU;
-0,6 per mille per tutte le altre fattispecie imponibili diverse da quelle di cui al punto precedente.
Il gruppo “Mola di Bari 5 Stelle” ha sempre ritenuto la TASI un IMU camuffata, un tentativo losco di reintrodurre, da parte del Governo delle larghe intese, l’IMU sulla prima casa.
Premesso che il versamento dell’IMU sulla prima casa e sulle relative pertinenze (garage, cantine, solai, ecc.) è stato definitivamente soppresso da legge statale, fanno eccezione i fabbricati, per se prima casa, classificati alle categorie A/1, A/8 , A/9 (appartamenti di lusso, castelli, ville, ecc.), per i quali l’imposta continua ad essere dovuta, si rimane esterrefatti nel constatare l’iniquità prevista nel Regolamento IUC in merito alle detrazioni previste.
Infatti si prende atto che il Regolamento IUC prevede una detrazione di 200 euro dall'imposta dovuta (IMU) per le categorie di lusso adibite ad abitazione principale (art 14), mentre non si prevede nessuna detrazione in luogo della TASI che andrà, invece, a colpire le prime case delle categorie meno abbienti.
Quindi fondamentalmente tutte le famiglie che nel 2012 non hanno pagato l’IMU sulla prima casa per via appunto delle detrazioni, in funzione di una bassa rendita catastale, si ritroveranno a pagare la TASI, per intero, nel 2014.

In merito alla TARI è ormai assodato che la prima rata della TARI sarà pari al 40% di quanto dovuto con la TARES. Il 14 agosto (http://goo.gl/hn0tQZ) noi denunciavamo e chiedevamo la riduzione di tale percentuale al 30% onde evitare, a fronte di una riduzione delle tariffe, rate sproporzionate. L’amministrazione su questo punto ci ha ignorato. Ma vedere che si sceglie ancora lo stesso criterio di modulazione delle tariffe, in merito alla TARI, già usato con la TARES ci lascia perplessi. Come si può ancora optare per il metodo normalizzato quando la normativa propone una valida alternativa ad esso (comma 652). Il Metodo a parametri variabili, alternativo al D.P.R. 158/1999, consente ai Comuni di manovrare le tariffe in modo legittimo e con un margine di manovra molto più ampio rispetto ai range concessi dal Metodo Normalizzato (seppur in parte più flessibili grazie alla deroga inserita nella legge 68/2014).
Non si riesce a capire il motivo per cui non ci si debba ingegnare nell’elaborazione di una manovra finanziaria virtuosa che ad esempio pensi alla riduzione della spesa pubblica piuttosto che all’incremento delle entrate.
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