Sin dalle prime minacce di morte ricevute ci
siamo sentiti in dovere di esprimere tutta la nostra solidarietà al
giudice Nino Di Matteo. Un anno fa esponemmo uno striscione sul balcone
della nostra sede, lo stesso striscione ha poi marciato
al fianco di Salvatore Borsellino nella manifestazione generale con cui
il "Movimento delle Agende Rosse" chiedeva al ministro Alfano di
adoperasi per dare a Di Matteo tutta la protezione necessaria.
A
distanza di un anno Di Matteo è un uomo solo, abbandonato dalle
istituzioni ma non da tutti quei cittadini che credono fortemente nel
valore dell'onestà. Oggi siamo tornati in piazza per sottolineare ancora
una volta come la solitudine di Di Matteo sia degna di uno Stato
criminale. Il ministro degli Interni Alfano tergiversa, prende tempo,
recita la parte assegnata e, a tutti gli effetti, se ne lava le mani. Il
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Premier, Matteo
Renzi, non spendono una parola di solidarietà nei confronti del pm
palermitano condannato a morte. Tocca quindi a tutti quei cittadini che
credono ancora che gli uomini onesti siano un valore e non un ostacolo
per questo Paese, non lasciarlo solo.
Noi non lo lasciamo solo.
“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un
gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle
necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia
colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a
proteggere.”
(Giovanni Falcone)
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