domenica 29 dicembre 2013

APPUNTAMENTO IN PIAZZA CON IL NOSTRO GAZEBO INFORMATIVO

Oggi, domenica 29 dicembre 2013, a partire dalle ore 10.30 ci troverete in Piazza XX Settembre con il nostro gazebo.

Vi informeremo sulla varie attività che stiamo svolgendo in questo periodo ed in particolare parleremo di TARES. 

Passate a trovarci, quindi, per conoscere le nostre iniziative ed esporci le vostre proposte.

Vi aspettiamo e ricordate la politica deve essere nelle mani dei citta

lunedì 23 dicembre 2013

LA STANGATA TARES

E come volevasi dimostrare arriva la presa di distanza, da parte dell’amministrazione Diperna, in merito alla Tares e alle gravi difficolta che porterà tutti i cittadini molesi a pagare la tanto odiosa tassa. 

Ma è proprio così?, è solo colpa del Governo Monti prima e Letta dopo? Facciamo un po’ di chiarezza!

La TARES è un tributo in tema di gestione dei rifiuti introdotto dal Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, cosiddetto "decreto salva Italia" (???). La tassa è stata approvata in parlamento dalla allora maggioranza PD-PDL-UDC e company e riguarda lo smaltimento e raccolta dei rifiuti e di altri servizi comunali, quali illuminazione e manutenzione stradale ecc. 

Fin dalla sua approvazione, nel 2011, tutti gli organi competenti avevano messo in allerta i comuni avvertendoli che nel momento in cui la tassa fosse entrata in vigore nel 2013, essa avrebbe comportato tantissime difficolta ai contribuenti, aumentando, di fatto, la già alta pressione fiscale. Il governo di Letta e Berlusconi è rimasto indifferente a questi richiami. 

Torniamo però a noi, che cosa poteva fare l’amministrazione per ridurre gli effetti nefasti di questa tassa? Innanzitutto il comune poteva introdurre all’interno del regolamento, che è stato approvato il 29 novembre, nuovi parametri per l’ottenimento di riduzioni e agevolazioni. L’articolo 5 della legge in materia di Tares permetteva ai comuni, attraverso apposite autorizzazioni di spesa, la delibera di ulteriori agevolazioni rispetto a quelle previste dalla legge. Il costo dell’intervento non doveva superare il limite del 7% del costo complessivo del servizio. 

Un aspetto fondamentale della norma è che la relativa copertura poteva essere assicurata da risorse diverse dai proventi del tributo relativo all’esercizio cui si riferisce tale iscrizione (fonte IFEL). Le riduzioni ed esenzioni, come disposto dalla stessa legge, avrebbero tenuto conto della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). A tal proposito vogliamo ricordare che abbiamo presentato un’istanza al Sindaco in merito appunto all’introduzione di nuove riduzioni e agevolazioni all’interno del regolamento TARES (che potete visionare qui).

L’amministrazione non solo ha scelto di ignorare la nostra richiesta ma ha anche tolto alcune riduzioni già previste nel regolamento della Tarsu 2012, tra cui si cita la riduzione del 70% della tassa per i nuclei famigliari con portatori di handicap. Tantissimi comuni si sono adoperati, incalzati anche da un’opposizione più efficiente, per l’introduzione di queste agevolazioni, il comune di Mola è assente. 

Un’altra soluzione in extremis poteva anche essere quella prevista dalla stessa legge all’articolo 5 comma 4 quater. Infatti, il comma 4 quater permetteva ai comuni per il solo anno 2013, in deroga a quanto stabilito dalla legge che ha introdotto la TARES, di adottare entro il 30 Novembre la determina dei costi del servizio e le relative tariffe sulla base dei criteri previsti e applicati nel 2012 con riferimento al regime di prelievo in vigore in tale anno (TARSU). Unico punto dolente della norma è che la maggiorazione Standard dello 0.30 al mq, che andrà comunque allo Stato (per questo ringraziate il PD e il PDL), si sarebbe dovuta pagare comunque. Fatto sta che tale intervento in misura estrema avrebbe comportato risparmi rispetto a quanto ci sarà corrisposto con la determina del piano tariffario approvato con i criteri della TARES. Nel caso in cui il comune avesse continuato ad applicare, per l'anno 2013, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), in vigore nell'anno 2012, la copertura della percentuale dei costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo sarebbe stata assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa, derivanti dalla fiscalità generale del comune stesso. In funzione di questo comma sono nati dubbi interpretativi, alcuni, infatti, ritenevano impossibile tornare alla Tarsu dopo l’approvazione del bilancio di Previsione, come nel caso del comune di Mola che l’ha fatto il 03 agosto 2013. 

Il comune di Cremona, anche avendo approvato il bilancio di previsione a luglio, è tornato comunque alla TARSU prevedendo un aumento del solo 7% rispetto al 2012 e coprendo il 90% del costo complessivo del servizio. La norma ha una chiara e semplice interpretazione e qualunque circolare interpretativa non si può sostituire alla legge stessa.

L’ultima soluzione, quella che noi Grillini preferiamo di più, era l’applicazione della Tariffa Puntuale. Diciamo “era” perché essa doveva essere applicata già da tempo. La TARES è stata approvata dal Parlamento nel 2011 con una legge che, tra i tanti articoli, permetteva di disapplicare la TARES per applicare una tariffa-corrispettivo. Il comma 29 dell’articolo 14 della legge in questione, infatti, cita “I comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico possono, con regolamento, prevedere l'applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo del tributo.” L'applicazione della Tariffa puntuale ha portato nei comuni che l'hanno adottata notevoli risparmi nelle tasche dei cittadini, in funzione propria della sua natura corrispettiva in cui vale il vero principio per cui “chi inquina paga”, commisurata alla reale quantità di indifferenziato prodotto dalle utenze.

Invitiamo l’amministrazione a non rinviare e ad adoperarsi con tutte le energie e risorse disponibili all’applicazione della Tariffa Puntuale nel 2014. 

Terminiamo ricordando che il Movimento 5 Stelle, in Parlamento, in data 9 aprile, aveva proposto di abolire la TARES e di sostituirla con la Tariffa Puntuale. La mozione chiedeva inoltre di attivare un percorso di aiuto agli Enti per arrivare alla Tariffa puntuale e nel frattempo mantenere il sistema della TIA o TARSU. Il Partito Democratico e il Popolo delle Libertà (Bersani e Berlusconi) hanno bocciato la mozione. Al contrario, il caos normativo e gli effetti della TARES non si sarebbero ripercossi sugli italiani.

venerdì 20 dicembre 2013

IL PIANO COMUNALE (CHE NON C'E') DELLE COSTE



L’amministrazione Diperna risulta inadempiente perché non ha ancora approvato due Piani molto importanti, in altre parole il PRP e il PCC.
PRP: Il piano regolatore portuale delimita e disegna l'ambito e l'assetto complessivo del porto e individua le caratteristiche e la destinazione funzionale delle aree interessate. Tutte le concessioni che fanno parte dell’area portuale sono fatte in funzione di tale piano.
PCC: Il Piano comunale delle coste è lo strumento di assetto, gestione, controllo e monitoraggio del territorio costiero comunale in termini di tutela del paesaggio, di salvaguardia dell’ambiente, di garanzia del diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico, nonché di disciplina per il suo utilizzo eco - compatibile. Esso però è adottato per la porzione di litorale esterna all’area del porto. Per il PCC inoltre è necessario avere una cartografia di base dell’area, con l’indicazione delle particelle catastali, la linea di costa e la dividente demaniale.
Entrambi i piani devono essere sottoposti all’attenzione della Regione. In particolare il PCC deve rispettare le linee guida del PRC, ovvero il Piano regionale delle Coste. Il PCC doveva essere depositato entro quattro mesi dalla data di approvazione del PRC avvenuta il 13.10.2011. L’iter di approvazione del PCC è complesso e dura almeno novanta giorni dall’atto di deposito in segreteria comunale. Recentemente, in data 25 Settembre 2013, a fronte dei notevoli ritardi di alcuni comuni tra cui anche Mola, la Regione Puglia ha emesso un comunicato stampa che delinea le prossime azioni della Regione.  "L’azione messa in campo dalla Regione avvia un percorso complesso, che comincia con l’invio ai Comuni costieri della delibera, e la richiesta ai sindaci di comunicare entro trenta giorni la data di avvio della procedura per la formazione del Piano, il nominativo del tecnico incaricato, i tempi fissati per la consegna e la data programmata per l’adozione da parte della Giunta.
In caso di mancata risposta ci sarà l’atto formale di messa in mora, che concederà un termine ulteriore di sessanta giorni. Alla scadenza di questo ulteriore termine verrà avviata la procedura per l’invio nei Comuni inadempienti del commissario ad acta."
Significa che se il Comune non avvierà entro 60 giorni la procedura di formazione del PCC allora il Presidente della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente, nominerà con proprio decreto un Collegio di tecnici regionali, con funzione di Commissario ad acta, per la redazione e approvazione del PCC. La spesa che ne deriverà da questo commissariamento sono ovviamente a carico del comune ( e iooo pagooo).
Ad oggi, venerdì 20 dicembre, il Comune di Mola di Bari non ha ancora avviato la procedura.

giovedì 12 dicembre 2013

EDILIZIA SCOLASTICA E DIRITTO ALLO STUDIO

Quello dell’edilizia scolastica sembra essere una maledizione per le varie Amministrazioni Comunali che si succedono alla guida del nostro paese, che puntualmente, prima o poi nel corso del mandato, improvvisamente, si ripresenta, per essere gestita con altrettanta puntualità in emergenza.

Non a caso leggendo uno stralcio del programma elettorale dell’attuale Sindaco si legge: “E’ stata la negligenza e l’inettitudine di chi, dopo quattordici anni, oggi si ricandida impunemente a governare questo paese, a ridurre le nostre scuole elementari e medie nelle condizioni di degrado che oggi conosciamo e che hanno portato alla chiusura della scuola elementare Edmondo De Amicis. Il nostro impegno, nei primi 180 giorni, è quello di intervenire con un’azione di monitoraggio sui plessi scolastici di competenza comunale, realizzando gli interventi necessari anche di carattere straordinario”.

A oggi, sono trascorsi molto di più di 180 giorni dall’insediamento della nuova Amministrazione, la situazione non è certo migliorata, anzi è molto peggiorata. Basti pensare che solo nel 1°circolo, delle quattro scuole dell’infanzia, l’”Arianna” è stata chiusa per problemi di staticità e tenuta strutturale e dunque mai riaperta, altre due l’”Albero Azzurro” e la “Gianni Rodari” sono state recentemente chiuse, si spera,  in via temporanea per infiltrazioni d’acqua piovana.

Naturalmente, come al solito, la situazione è stata gestita in emergenza dall’Amministrazione e nonostante 15 giorni di disagi, forse, sono state trovate delle soluzioni che non ci sentiamo di condannare o criticare, anzi dovrebbero risultare molto soddisfacenti rispetto all’entità del problema. Il punto però è che in emergenza tutto è più facile. Perché un conto è la normale amministrazione che un’Amministrazione Comunale (che l’ha promesso in campagna elettorale) dovrebbe condurre, pianificando e programmando tutta una serie di attività di manutenzione e gestione, un conto è l’amministrazione in emergenza.

Per esempio, ci risulta che in alcune scuole siano presenti infiltrazioni di acqua piovana che al momento non destano preoccupazione, ma al momento! Perché, ovviamente, bisognerà aspettare l’emergenza per intervenire. Nella scuola elementare “De Filippo” (quella verso cui sono stati dirottati i bambini della scuola dell’infanzia “Arianna” quando è stata chiusa definitivamente) ci sono infiltrazioni di acqua piovana nella palestra. Dunque, in presenza del fenomeno, i ragazzi non possono svolgere l’attività didattica di Educazione Fisica. Si dirà “ma di cosa stiamo parlando…dell’Educazione Fisica”, “che sarà mai, non fa nulla se saltano la lezione”. Invece è proprio questo il punto di tutta la cronica carenza dell’edilizia scolastica nel nostro paese. Stiamo parlando del Diritto allo studio, Diritto sancito e tutelato dalla nostra Costituzione e che come tale andrebbe salvaguardato in ogni modo.

Lo stralcio del programma elettorale succitato, fa capire che stiamo parlando di problemi che vengono da lontano, presenti da più di quindici anni, che evidentemente non hanno, e per fortuna, colore politico visto che in modo trasversale hanno coinvolto diverse Amministrazioni Comunali, e che soprattutto, di volta in volta, non c’è mai stata la volontà di risolverli. E tutto questo perché c’è sempre stata una limitazione culturale, quella di ricondurre il tutto a dei lavori edili e non di pensare a tutelare un Diritto.

A Mola di Bari, da sempre, quando si parla di edilizia scolastica, la si paragona al rattoppo della strada, a lavori che puoi tranquillamente rinviare, tanto non succede nulla, salteranno l’ora di Educazione Fisica e proprio quando sarà necessario, in emergenza, una soluzione si troverà. Non si pensa, perché c’è una limitazione culturale, che in realtà, al di sopra di tutto c’è la tutela del Diritto allo Studio.

martedì 10 dicembre 2013

IL NUOVO CHE AVANZA E LA VECCHIA POLITICA DEGLI INTOCCABILI

Domenica 8 dicembre 2013 si combinavano due feste: quella religiosa della celebrazione dell’Immacolata Concezione e quella laica dell’ascesa di Renzi a segretario del PD.

L’aria già natalizia rallegrava una serata fredda, i soliti volti che da trent'anni frequentano la sinistra locale erano intenti a seguire le votazioni che di lì a poco avrebbero segnato la nuova era della sinistra che avanza e che cambia verso, eleggendo il già condannato Renzi per danno erariale a segretario PD.

A destra intanto la loro finta rivoluzione l’hanno già fatta: una scissione del PDL che ha creato due nuovi (?) partiti: il Nuovo Centro Destra capeggiato da Alfano, che rappresenterebbe l’ala moderata della nuova destra e Forza Italia, di proprietà di Silvio Berlusconi.

Con quest’operazione l’ex senatore passa furbescamente all’opposizione lasciando il suo fido Alfano a controllare che il governo non faccia danni alle sue aziende e si prepara a cavalcare la protesta degli italiani che devono fare i conti con l’aumento dell’iva, con le tasse sulla casa e sui rifiuti e la mancanza di lavoro.

Un’operazione ben riuscita che vedrà riunire queste due forze politiche in un’unica coalizione alle prossime elezioni politiche, prendendo per l’ennesima volta in giro i cittadini italiani. Non sappiamo ancora come, a livello locale, i nostri politici e amministratori si siano divisi: se siano passati con Alfano o se abbiano deciso di seguire Berlusconi.

L’aria di rinnovamento politico al solito resta sempre di facciata e segue scrupolosamente la frase del buon Tancredi che ne “Il Gattopardo” affermava: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

A questo proposito ci chiediamo come sia possibile che i membri della giunta siano così indifferenti alle problematiche dei cittadini più bisognosi, come faccia l’assessore Pellegrini a parcheggiare la sua auto nei posti riservati agli invalidi, posti di fronte il Castello Angioino?

Crediamo che prima ancora di cambiare i nomi ai partiti e ai segretari di partito, quello che deve cambiare sia la mentalità dei cittadini, non si può occupare lo spazio assegnato ai disabili solo perché è l’unico posto disponibile al momento per parcheggiare, magari facendosi forza del fatto che nessun vigile potrà fare la multa a un assessore.Chiediamo che l’assessore Pellegrini ammetta il suo errore e che si scusi dinanzi a tutti i cittadini.

lunedì 2 dicembre 2013

L’APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO TARES E L’OPPOSIZIONE INESISTENTE

Venerdì 29 novembre 2013, tra i tanti punti all’ordine del giorno, è stato approvato finalmente, il regolamento della TARES 2013. La TARES, introdotta dal Governo Monti con il Decreto Legge n. 201 del 2011, è la nuova tassa dei rifiuti e dei servizi "indivisibili". A differenza della TARSU, la TARES tiene conto non solo della metratura dell’immobile ma anche del relativo numero dei componenti, della produzione media dei rifiuti e di altri parametri.

Il consiglio comunale ha stabilito, con delibera del 22/07/2013, per l’anno 2013 in tre rate il pagamento della Tassa sui rifiuti con scadenza il 31 agosto, il 31 ottobre e il 31 dicembre. Le prime due rate di acconto sono state determinate in conformità a quanto già versato dai contribuenti nell’anno 2012 per la TARSU mentre, il conguaglio correlato alla nuova tassa (TARES) e la maggiorazione dello 0,30 euro per metro quadro (gettito fiscale che andrà totalmente allo Stato), saranno versati in coincidenza della terza rata scadente il 31 dicembre 2013. Come si evince da quanto detto gli effetti della tanto odiosa tassa arriveranno con l’ultima rata di dicembre.

Ci riteniamo completamente insoddisfatti da quanto disposto dal regolamento TARES, perché oltre a non introdurre nuovi parametri per l’ottenimento di agevolazioni, riduzioni ed esenzioni, per giunta suggeriti da noi con un’istanza il 24 ottobre (che potere visionare qui), il provvedimento elimina alcuni parametri già presenti nel regolamento della TARSU 2012. La riduzione del 70% per i nuclei familiari con componenti portatori di handicap di grado pari o superiore al 74%, con reddito del nucleo familiare complessivo non superiore a €. 22.000,00, prevista nel regolamento TARSU, è stata, infatti, eliminata.

Nello stesso tempo si aggiunge la completa incapacità di un’opposizione inesistente che si limita a votare contro e che non ha presentato neanche una modifica al regolamento in commissione, salvo poi presentarsi in consiglio con qualche emendamento, fatto in fretta e furia da depositare e discutere, in barba al regolamento del consiglio comunale che prevede, infatti, che gli emendamenti debbano essere presentati in forma scritta due giorni prima del suddetto consiglio. Cari consiglieri apprezziamo il tentativo in extremis, purtroppo però non serve lamentarsi a giochi fatti, bisognava combattere e informarsi molto prima come abbiamo fatto noi.

La nostra istanza prevedeva l’inserimento di nuovi parametri per l’ottenimento di agevolazioni che avrebbe permesso ai nuclei familiari, in base all’indicatore ISEE, una riduzione o l’esenzione totale della tassa.

Durante il dibattito sono nati dubbi interpretativi, tra il Sindaco e i consiglieri di opposizione, sulla norma del decreto legge che regola la concessione di agevolazioni all’interno dei regolamenti. Il sindaco ha dichiarato che se fossero state applicate le riduzioni e le esenzioni, tali agevolazioni sarebbero state a carico dei contribuenti, perché le entrate del tributo dovevano coprire anche le risorse destinate alle suddette agevolazioni, e che quindi tali risorse non potevano essere iscritte nel bilancio. Ma è falso, infatti, gli enti possono deliberare riduzioni tariffarie ed esenzioni TARES, diverse da quelle già previste dalla legge, prevedendone la copertura finanziaria, nonostante l'articolo 5 del dl 102/2013 abbia abolito l'obbligo di fare ricorso a risorse dell'ente per elargire benefici fiscali ai contribuenti. Del resto, la norma ha eliminato l'obbligo di copertura, ma non ha escluso la facoltà dell'amministrazione comunale di iscrivere in bilancio le spese per attribuire a determinati soggetti eventuali agevolazioni.

Nessuno, però, ha preso in considerazione la possibilità di rinviare l'ultima rata di dicembre, come previsto e consentito dall’art. 5 del D. L. n. 102 del 2013. L’articolo in questione, infatti, ai commi da 1 a 3, riconosce al Comune la possibilità di approvare il regolamento di disciplina del tributo anche secondo principi diversi da quelli previsti dalla legge e che tale facoltà può essere esercitata dall’ente locale entro il termine previsto per la deliberazione del bilancio annuale di previsione 2013, che il comma 1 dell’art. 8 dello stesso D. L. n. 102 del 2013 ha differito al 30 novembre 2013. Nel rimodulare i regolamenti potevano essere previste rate con scadenza nel 2014, ma con il versamento della maggiorazione standard nel 2013. Dunque il rinvio dell’ultima rata della tassa, ad esclusione della maggiorazione standard (0.30 a mq) era possibile ed era uno dei primi punti della nostra istanza.

In realtà, il funzionario, questo lo sapeva, infatti, ci ha spiegato il reale motivo per cui non è stata presa in considerazione nessuna delle agevolazioni proposte. Il motivo è semplice e alquanto banale, in pratica non ci sono soldi.

Tanti comuni hanno disposto l’inserimento di riduzioni e di agevolazioni all’interno del regolamento TARES, comuni che a differenza di quello di Mola di Bari hanno sforato il patto di stabilità e che quindi avevano minori margini di manovra, avendo una situazione di crisi ben peggiore, ragion per cui si termina, che a nostro parere la scusa del “non ci sono soldi” NON REGGE!