sabato 31 gennaio 2015

SIAMO TUTTI DISABILI

Ieri venerdì 30 gennaio 2015, il gruppo degli attivisti di “Mola a Cinque Stelle”, dopo aver presentato in data 14 dicembre 2014 una istanza nella quale invitava il Sindaco a provvedere celermente alla rimozione delle barriere architettoniche presso la “Casa delle culture” in seguito alle promesse fatte dal Primo cittadino il giorno dell’inaugurazione della struttura (29 novembre 2014) e non mantenute, ha messo in atto un flash mob silenzioso e pacifico davanti al portone dell’edificio della biblioteca comunale, fotografando i gradini, l’assenza di scivoli per persone su carrozzina e uno striscione che campeggiava sulla testa degli attivisti sul quale c’era scritto “Siamo tutti disabili”.

La palese violazione della legge 104 del 1992 ha sostanzialmente vietato a persone con limitata capacità motoria di usufruire del servizio biblioteca e di partecipare alle diverse manifestazioni culturali di interesse pubblico svoltesi al suo interno in tutto questo periodo.

Riteniamo questa una ingiustizia grave. A Mola tutti i cittadini pagano le tasse e non dovrebbero esserci, quindi, cittadini di serie A e cittadini di serie B. È evidente che la febbre elettorale si fa sempre più alta e che, di conseguenza, la corsa al taglio dei nastri partorisce opere quasi sempre inadeguate e incomplete.

Il gruppo “Mola a Cinque Stelle” continuerà ad impegnarsi con ogni mezzo per tutelare i diritti di tutti i cittadini e in particolare quelli dei più indifesi come i disabili.

Movimento Cinque Stelle - Mola di Bari

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LA DURA VITA DEL PEDONE MOLESE

Col passaggio a livello murato,il sottovia di via Manzoni impraticabile, ai cittadini sprovvisti di auto non resta che raggiungere a piedi il sottopassaggio ferroviario in via San Sabino....

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mercoledì 21 gennaio 2015

QUI FINISCE MOLA

Qualche sera fa a Mola ha piovuto.
La pioggia, quel fenomeno meteorologico che altrove viene contrastato con il semplice gesto dell’apertura di un ombrello, l’uso di un’auto o mezzi pubblici (nei paesi dove hanno la fortuna di averli), qui a Mola ha la capacità di spaccare in due il paese e bloccare di fatto un’intera comunità.
Non è nostra intenzione raccontare nuovamente l’intera vicenda di un’amministrazione che, conscia dell’atavico problema dell’allagamento del sottovia, ha deciso di chiudere il passaggio a livello senza aver prima pianificato alcun piano alternativo per non creare disagio alla popolazione. E’ già stato scritto e detto di tutto in questi giorni e se ne ritornerà a discutere ad ogni temporale, per i prossimi mesi se non anni. Vorremmo però soffermarci sull’immagine di quei blocchi di cemento posti in prossimità del passaggio a livello, quei blocchi dove qualche settimana fa è stato esposto uno striscione con la scritta “QUI FINISCE MOLA” repentinamente fatto sparire. Quella frase va oltre la contestazione e la denuncia.
Ebbene, quei blocchi di cemento non dividono solo in due un paese ma sono, per noi, il simbolo della divisione tra i cittadini e l’amministrazione. Sono una metafora perfetta di quello che è stato il rapporto tra questa amministrazione e i suoi cittadini: divisione, lontananza, tra quello che si decide all’interno del palazzo comunale e quelli che sono i problemi di una comunità.
Un’amministrazione cieca di fronte ad un paese dove è impossibile fare una passeggiata senza rischiare di cadere, dove ci sono strade perennemente al buio da anni, un paese dove è impossibile muoversi in bicicletta, un paese dove i parchi pubblici passano dall’inaugurazione all’abbandono nel giro di poche settimane, un paese dove si fanno scelte scellerate pur di accontentare quei pochi a discapito di tutti, un’amministrazione capace solo di tassare i propri cittadini senza dar loro nulla in cambio.
Tutto questo non è amministrare un paese.
Cosa significhi esser “sindaco” ce lo dice l’etimologia stessa della parola, deriva dal greco Sýndikos che significa “amministratore di giustizia”. Significa quindi aver cura del bene e dei beni di tutti, saper compiere scelte che tutelino e che sappiano andare nella direzione della cura di chi è più debole, di ciò che è più debole. Significa mettere al centro del proprio progetto politico i cittadini ed il loro bene.
Camminate per Mola, guardatevi intorno, ovunque si ha l’impressione di un paese abbandonato a se stesso, ovunque si ha l’impressione di trovarsi di fronte quei blocchi di cemento che separano l’amministrazione dalle reali necessità dei cittadini.
Meritiamo di più, meritiamo di riscoprire la bellezza di vivere a Mola, meritiamo una politica che non sia un’avventura personale, ma un meraviglioso viaggio collettivo.


Il solo modo che abbiamo di cambiare sostanzialmente il paese in cui viviamo è di ri-pensarlo. E non possiamo ri-pensarlo riconsegnandolo nelle stesse mani di chi lo ha ridotto in tali condizioni. Impariamo a fare le scelte giuste e non quelle che fanno comodo ai “soliti”.

sabato 3 gennaio 2015

REFERENDUM M5S: Firma anche tu!

Ci vediamo domani in Piazza XX Settembre ore 10:30.

Il referendum consultivo per uscire dall'euro si può fare. Per poterlo indire è necessario approvare una legge costituzionale "ad hoc" come già avvenuto nel 1989 quando si richiese agli italiani se volevano dare o meno facoltà costituente all'Unione Europea:

Il referendum consultivo del 1989 in Italia si è tenuto il 18 giugno 1989, contestualmente alle elezioni europee del 1989, per sentire il parere popolare sul conferimento o meno di un mandato costituente al Parlamento europeo eletto nella stessa occasione. Poiché la Costituzione della Repubblica Italiana prevede solo due tipi di referendum, quello abrogativo e quello confermativo per quel che riguarda la procedura di revisione costituzionale, per poter indire un referendum consultivo si è dovuto procedere approvando ad hoc la legge costituzionale 3 aprile 1989.

La legge costituzionale per indire il referendum sarà presentata agli italiani sotto forma di legge di iniziativa popolare. Per poterla depositare in Parlamento è necessario raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi. Una volta depositata, presumibilmente a maggio 2015, i portavoce del M5S alla Camera e al Senato si faranno carico di presentarla in Parlamento per la discussione in Aula. Approvata la legge costituzionale ad hoc che indice il referendum, considerando i tempi di passaggio tra le due Camere, a dicembre 2015 gli italiani potranno andare alle urne ed esprimere la loro volontà sull'uscita dall'euro con il referendum consultivo.
Il 14 novembre il M5S ha presentato in Cassazione il testo della legge di iniziativa popolare e in poche settimane inizieremo a raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare per indire il referendum. Abbiamo bisogno del maggior numero di firme possibile per non lasciar alcun alibi a questi portaordini della Merkel e della BCE capeggiati da Renzi. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l'euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità.


Visita il sito ufficiale: http://goo.gl/AYWP9p