giovedì 6 ottobre 2016

DIECI MOTIVI PER NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Dieci motivi per votare NO al referendum costituzionale il 4 dicembre:

1. Perché questo Parlamento, eletto con un premio dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale, non era legittimato a riformare a colpi di maggioranza 47 articoli della Carta. La Costituzione è lo specchio in cui si riflette una comunità in tutte le sue espressioni.
2. Perché il Governo, vero regista di questa rottura della Costituzione, ha utilizzato espedienti vergognosi e antidemocratici come il canguro, che ha fatto cadere gli emendamenti al testo presentati dalle opposizioni.
3. Perché al posto del bicameralismo perfetto avremo il caos, il Senato e il bicameralismo non vengono superati. La riforma, infatti, ha introdotto 10 procedimenti legislativi diversi a seconda della materia trattata, una follia che condurrà a conflitti fra Camera e Senato sul procedimento da seguire, ritardando l'iter delle leggi.
4. Perché viene tolto ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti. I nuovi senatori non saranno eletti direttamente dai cittadini, ma nominati tra consiglieri regionali (74), sindaci (21) più i 5 di nomina presidenziale, con tanto di lavoro part time e immunità.

5. Perché saltano gli equilibri e le garanzie che sono l’asse di una Costituzione. Il leader del partito vincitore, infatti, anche se rappresentasse solo il 20% degli elettori, sarà padrone del Quirinale e potrebbe esserlo anche delle authority, della Corte costituzionale, della Rai: è una prospettiva autoritaria. Tutto questo grazie a una legge elettorale che infarcirà la Camera di capilista bloccati e controllati dal premier di turno.
6. Perché non è vero che viene toccata “soltanto” la seconda parte della Costituzione. Quando si stravolge la struttura dello Stato, quando saltano gli equilibri e le garanzie, vengono direttamente intaccati i diritti e le libertà sanciti nella prima parte.
7. Perché la riduzione dei costi è ridicola rispetto ai costi per la democrazia: la Ragioneria generale dello Stato ha stimato in 57,7 milioni di euro i risparmi della riforma. Se veramente si fosse voluto realizzare questo obiettivo, si sarebbe dovuto dimezzare il numero dei parlamentari e/o scegliere con coraggio la strada di una Camera unica.
8. Perché non è vero che con la riforma ci sarà più stabilità di Governo. Infatti, se le maggioranze alla Camera e al Senato saranno diverse, quest’ultimo con diversi strumenti potrà ostacolare ancora di più l’attività legislativa dell’altra Camera.
9. Perché gli strumenti di democrazia diretta non vengono valorizzati. Anzi, le firme da raccogliere per le leggi di iniziativa popolare passeranno da 50 a 150 mila e il quorum per i referendum si ridurrà solo con un aumento delle firme da 500 mila a 800 mila.
10. Perché l’autorevolezza di una Costituzione dipende anche da come è scritta. La nostra Carta è un esempio di brevità, eleganza, semplicità. Il linguaggio utilizzato dalla riforma Renzi-Verdini invece deturpa il testo della Carta e così ne ridimensiona la forza.

lunedì 3 ottobre 2016

NO AL RIMPASTO, Sì ALL' AZZERAMENTO DELL' AMMINISTRAZIONE


Le forze politiche di opposizione in Consiglio Comunale, qualche giorno fa, hanno evidenziato e contestato all’Amministrazione un mancato accantonamento in bilancio di somme di danaro, in particolare quelle relative al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che potrebbe creare un pericoloso indebitamento delle casse comunali. Questa denuncia, fatta dall’opposizione nell’ultimo Consiglio Comunale, ha creato sconcerto e dissenso nella maggioranza stessa che, in modo diversificato, ha preso le distanze dalla giunta, arrivando con suo rappresentante persino a chiedere le dimissioni del Sindaco e dei suoi Assessori.

Tutta la vicenda denota una questione di imprudente gestione del bilancio comunale con un debito che, se dovesse essere confermato, dovrà essere sicuramente onorato, ha tenuto a sottolineare a gran voce un consigliere di maggioranza. 

Ma da chi se non da noi cittadini, mettendo mano ai nostri soldi e ai nostri risparmi? Poco importa, tanto i consiglieri pare abbiano già attivato una polizza assicurativa che li proteggerà in caso di necessità.
Sarà stato quest’ultimo episodio in una situazione già complicata, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Infatti è proprio di queste ore la notizia, apparsa su alcuni giornali locali, di un eventuale azzeramento della giunta comunale, che prevederà la nomina di nuovi assessori. 
“Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”, ci viene da pensare.
Noi del M5S di Mola, senza tanti clamori, abbiamo continuato la nostra azione di attivismo sul territorio, abbiamo sempre posto sul tavolo dell’Amministrazione tutta una serie di problematiche importanti della vita civile della nostra comunità, rispetto alle quali non abbiamo ancora ricevuto risposte. 
Abbiamo operato in maniera costante, attenta e abbiamo evidenziato necessità e richieste dei cittadini, inerenti a numerosi settori comunitari, come: la rappresentanza cittadina nei consigli comunali (question time), la sicurezza stradale, l’abbattimento di barriere architettoniche, la salute nelle scuole, l’ordine pubblico, le emergenze allagamenti, la marineria e il dragaggio portuale, i finanziamenti importanti per la salute del nostro paese e i numerosi altri argomenti che mirano al benessere di ogni cittadino, con istanze e incontri con i vari rappresentanti del Governo cittadino. E, dopo aver dato alla nuova Amministrazione sia il giusto tempo di “rodaggio” che quello necessario per la formazione della giunta, crediamo che sia arrivato il momento di dire “basta”. Siamo ad un anno e mezzo di mandato cittadino e pensiamo che il Paese sia peggiorato e, proprio all’interno del luogo dove si decidono le sue sorti.
Dalla primavera del 2015, abbiamo espresso forti perplessità sull’attività politica molese, facendo notare alla cittadinanza tutta, che la classe politica di destra e di sinistra, con liste civiche comprese, aveva delle priorità, che non rispettavano le esigenze dei cittadini. E ne abbiamo avuto conferma quando per squallidi “giochi di poltrone” siamo stati estromessi immoralmente dal consiglio comunale, con un apparentamento di comodo. 
Ora, l'improponibile azzeramento della Giunta sarebbe un’ulteriore beffa e presa in giro nei confronti dei propri elettori, non rispetterebbe più quello che in parte i cittadini hanno chiesto con il voto. Sarebbe come ristrutturare una casa ormai pericolante anziché demolirla.
Un rimpasto dei “soliti noti”, con il classico tutti contro tutti ed un corri corri generale verso le poltrone, sarebbe un'ulteriore perdita di tempo.
Ormai è troppo tardi, c'è un fallimento dell’Amministrazione che dovrebbe avere il coraggio e la consapevolezza di ammettere gli errori fatti. Chi ha tradito i cittadini, chi ha dimostrato inconcludenza e chi ha rinunciato sin dall'inizio ad un vero cambiamento di innovazione, e prima di tutto morale, deve andare via, si deve dimettere.
Azzerare tutta l'Amministrazione sarebbe il vero segno di responsabilità verso il paese. 
Mola di Bari non può permettersi il lusso di temporeggiare ancora.

FATEVI DA PARTE.
È TUTTO DA RIFARE.