venerdì 26 luglio 2013

LE ABITUDINI DEI SIGNORI CONSIGLIERI DI MOLA


Assistiamo ormai da mesi ad ogni seduta del Consiglio Comunale. A volte, strano a dirsi ma vero, siamo stati addirittura più presenti dei consiglieri stessi. Un esempio? Basta fare un passo indietro di pochi giorni.

Venerdì 19.07.2013: prima convocazione di seduta straordinaria di Consiglio Comunale. Punti all'ordine del giorno: diversi. E notevoli, aggiungiamo noi, tant'è che nella seduta di seconda convocazione (necessaria per i motivi che spiegheremo di seguito, ed alla quale noi ovviamente abbiamo assistito, fino alla fine, il lunedì successivo) i lavori sono terminati oltre la mezzanotte.

Cos'era successo, dunque, venerdì 19 luglio?

Qualcosa, in realtà, che tutta la comunità molese sapeva da mesi. Quella sera si esibivano le contrade del Palio dei Capatosta per la consueta cerimonia di inaugurazione. Sindaco, alcuni consiglieri ed assessori erano in piazza a presenziare.

Tre consiglieri di minoranza, invece, assieme al presidente del Consiglio erano in sala consiliare a girarsi i pollici. E noi con loro, a cercare di capire come mai nessuno si fosse ancora presentato. Poi, ovviamente, siamo stati informati.

"Sono in piazza al Palio!" ci dicevano.

Ora vorremmo cortesemente apprendere, dal presidente Vincesilao e dai capigruppo consiliari, come sia possibile concordare una prima convocazione in concomitanza con un evento della portata del Palio, la cui data era per giunta nota a tutti da mesi!

Ma non basta. Quando viene definito un orario di inizio lavori, a Mola il Consiglio si riunisce in orari variabili: puntualmente (quasi mai), con un ritardo di 20 minuti (a volte), con un ritardo di 40 minuti (quasi sempre). Abbiamo anche discusso della cosa con alcuni tra consiglieri ed assessori: ormai il ritardo è considerato ordinario, preventivato.

"Tanto quei pochi che vengono al Consiglio lo sanno".
Quello che i cittadini di certo sanno, diciamo noi, è che si ritrovano, come spesso accade, al servizio delle istituzioni. Esattamente l'opposto di ciò che dovrebbe essere.
Quello che i cittadini nutrono, da anni, è la disaffezione per questo modo di gestire la cosa pubblica. Quaranta minuti di ritardo. Una, due, svariate volte: un amico ti rimprovera, una fidanzata ti lascia, un'azienda ti licenzia.
E Il cittadino? Aspetta. E spera. Spera che si diano una regolata.
Spera, almeno, di non assistere a scene inquietanti come quella di cui si è reso protagonista il consigliere Bufo durante la famigerata seconda convocazione di lunedì 22.07.
Bufo ha dapprima chiesto l'inversione dei punti all'ordine del giorno per trattare il gemellaggio con il comune di Bomporto (qui leggi il verbale del consiglio), ed in seguito, ottenuta la precedenza, ha abbandonato l'aula dopo la votazione favorevole del Consiglio. Non ha aspettato nemmeno un minuto di più: ha preso la sua roba ed è andato via.
Non siamo certo contrari al fatto che un consigliere sottoponga all'attenzione del Consiglio una questione caldeggiata da alcune associazioni, né che chieda di anticiparne la trattazione vista la presenza in aula dei signori che con grande generosità hanno contribuito a portare sollievo presso popolazioni duramente colpite (Bomporto è uno dei comuni vittime del terremoto emiliano dello scorso anno).
Quello che non vorremmo rivedere è l'uscita immediata e successiva dall'aula: gesti che dicono "Io il mio l'ho fatto, posso andare". Quando arriveremo a capire che un rappresentante dei cittadini ha il DOVERE di essere esempio di dedizione, lealtà e rispetto avremo fatto tutti un bel passo avanti. Quando inizieranno a farlo in orario, speriamo di non avere i capelli bianchi.

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