giovedì 14 agosto 2014

SINDACO SE CI SEI BATTI UN COLPO

In data 12 luglio 2014 il gruppo "Mola a 5 stelle" denunciava quanto disposto nella delibera di giunta n 91 (qui puoi leggere il post) approvata dall’amministrazione Diperna. Il versamento TARI proposto dalla Giunta Diperna per l’anno 2014 era strutturato in 3 rate: Settembre e Novembre 2014 (rate di acconto), Marzo 2015 (saldo/conguaglio). Le prime due rate, che costituivano l’80% dell’importo TARES 2013, rappresentavano a nostro avviso un danno a cittadini ed imprese che avrebbero visto confermarsi le tariffe TARES 2013, triplicate rispetto al 2012.

Dopo la nostra denuncia l’amministrazione ha corretto il tiro approvando una nuova delibera, la 101/2014 (come si evince dall'albo pretorio qui) nella quale articola diversamente il peso delle rate pur confermando le scadenze temporali. In particolare ha deciso che la prima rata sarà pari al 40% di quanto dovuto con la TARES nel 2013 mentre le altre due rate saranno calcolate tenendo conto delle tariffe TARI che dovranno essere approvate entro il 30 settembre 2014, termine attualmente previsto per l’approvazione del bilancio di previsione.

L’amministrazione aggiunge che si opera in tal senso in considerazione del fatto che alla scadenza della 2° rata – 30 novembre 2014 – il Consiglio Comunale avrà già approvato le tariffe per il 2014 e pertanto sarà possibile quantificare l’ammontare della seconda rata.

Queste le nostre considerazioni:
  • La prima rata di acconto è ancora troppo alta e riteniamo che la stessa debba essere abbassata ulteriormente ad un importo pari al 30% di quanto dovuto con la TARES, questo per tutelare le categorie più colpite dal precedente regime ovvero ristoranti, osterie, trattorie, pizzerie e pub (categoria 22) e Ortofrutta, pescherie, fiorerie e pizza al taglio (categoria 27), onde evitare, a fronte di una riduzione (si spera) delle tariffe, rate sproporzionate.
  • La seconda rata, calcolata tenendo conto delle tariffe Tari che saranno approvate entro il 30 settembre, sposta il problema proprio nella modulazione delle stesse. A tal proposito riteniamo si debba procedere con l’applicazione indicata al comma 652 della legge 147/2013. Il Metodo a parametri variabili, alternativo al D.P.R. 158/1999 (Metodo Normalizzato usato per la TARES 2013), consente ai Comuni di manovrare le tariffe in modo legittimo e con un margine di manovra molto più ampio (pur nel rispetto dei criteri di ragionevolezza e non discriminazione e motivando ogni scelta) rispetto ai range concessi dal Metodo Normalizzato. Inoltre il Metodo a parametri variabili contiene fortemente i divari tra differenti categorie, riducendo la sperequazione esistente tra le diverse tariffe, in modo più razionale rispetto al Metodo Normalizzato.
In conclusione ricordiamo alla Giunta Diperna che la legge 89/2014 introduce importanti misure in materia di razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi. Nel dettaglio le pubbliche amministrazioni sono autorizzate a ridurre gli importi dei contratti in essere nonché di quelli relativi a procedure di affidamento per cui sia già intervenuta l’aggiudicazione, anche provvisoria, aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento, per tutta la durata residua dei contratti medesimi.

Le parti hanno facoltà di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione della suddetta riduzione. L’amministrazione Diperna ha ripetuto come un mantra, durante i giorni di protesta, che uno dei problemi della TARES era proprio il contratto con il gestore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ritenuto troppo oneroso. La riduzione del 5% porterebbe un vantaggio enorme visto che la stessa diminuirebbe uno dei costi maggiori che compongono il PEF (piano economico-finanziario).

Al di la delle nostre proposte resta il rammarico nel vedere non ancora applicata la Tariffa puntuale. L'applicazione della Tariffa puntuale ha portato, nei comuni che l'hanno adottata, notevoli risparmi nelle tasche dei cittadini, in funzione propria della sua natura corrispettiva in cui vale il vero principio per cui “chi inquina paga”, commisurata alla reale quantità di indifferenziato prodotto dalle utenze, aumentando nel contempo anche la percentuale di raccolta differenziata.

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